Tutti noi pescatori li vediamo nuotare in acqua pensando di conoscere bene chi sono e quali caratteristiche e abitudini hanno i nostri amici pinnuti. Ci divertiamo a pescarli come fossero li apposta per il nostro diletto. Ma li conosciamo veramente appieno? Sappiamo la loro storia? Da dove vengono? Le loro funzione nell’ordine naturale? Come sono fatti e quali sono i loro caratteri distintivi? Forse molti appassionati di pesca hanno veramente una conoscenza esauriente dei loro “amici pinnuti” ma non tutti, specialmente agli inizi. Io mi ricordo tanto tempo fa, quando ho iniziato a pescare non sapevo proprio nulla! Per me tutti i pesci erano uguali e si distinguevano solo per il peso e per il colore. Come fosse fatto un persico trota, quale fosse la tinca e quale la carpa, cosa distinguesse un salmone da una trota, come si alimentassero gli storioni e tanto altro ancora erano, in quegli anni lontani, quesiti ai quali non riuscivo a dare risposta. In effetti tutti avevano le pinne e vivevano in acqua e a me parevano uguali tra di loro. Poi, con il passare del tempo e con l’aumentare della passione, il mondo acqueo mi ha coinvolto sempre di più è divenuto una parte integrante del mio essere spingendomi a desiderare di conoscerlo sempre meglio.
Ho cominciato a studiarne le leggi fondamentali, a osservarne gli abitanti e a capire i vari perchè che, un tempo, rimanevano senza risposta. Uno dei miei maggiori divertimenti è stato, in seguito, quello di riprodurre le varie specie di pesci utilizzando, come tavolozze, i miei artificiali da spinning. Così è stato che, riproduzioni su riproduzioni, ho dato forma a una estesissima raccolta di studi grafici. Più di 150 riproduzioni diverse di pesci d’acqua dolce e di mare viventi in ogni zona ed a ogni latitudine delle terre sommerse. Ora, prendendo spunto da questo mio estesissimo lavoro, voglio parlare un po’ in dettaglio delle varie specie di pesci sperando che la cosa sia di vostro interesse. Naturalmente, quanto scriverò, sono solo cenni sui fondamentali relativi le razze di pinnuti a noi più vicine, quelle che potremmo un giorno incontrare sul nostro cammino. Poi, se la cosa vi piacesse e vi interessasse, sarei felice di continuare questo discorso con voi. Nel presente, quindi, e nei prossimi tre articoli vi parlerò di quattro specie d’acqua dolce: i salmonidi, i ciprinidi, i persici e gli esocidi.
I SALMONIDI Tutti i rappresentanti di questa specie sono snelli e hanno come caratteristica subito osservabile una pinna adiposa che si trova fra la pinna dorsale e quella caudale. Le branchie sono decisamente grandi e caratterizzate da un graticolato più o meno esteso. Non hanno barbigli e le squame, a copertura totale, sono piccole e regolari. Le uova mature vengono conservate in una cavità dell’addome e rilasciate da una apertura dietro l’ano. Questi pesci eleggono come territori d’azione quelli più settentrionali e tra di loro alcuni sono migratori che, vivendo per lo più in mare, risalgono i fiumi per deporre. Altri sono territoriali e vivono tutta la vita in fiumi e laghi d’acqua dolce. Necessitanti di acque fredde e ricche di ossigeno, i salmonidi in genere si riproducono in inverno. Questa specie di pesci tende a dar vita, a seconda di dove vive, a sottospecie diverse e, in particolare quelli che migrano, cambiano completamente l’aspetto della livrea nei momenti di fregola. Fra le tante razze una delle maggiormente rappresentative è il Salmone europeo. Non sempre facilmente distinguibile dalle trote, il salmone europeo è caratterizzato da una maggiore snellezza corporea. La testa appare, a prima vista, con un cuneo più accentuato e il peduncolo adiposo caudale è più sottile. Anche la pinna caudale è distintiva la razza essendo più incisa di quella della trota. L’opercolo branchiale (in particolare in quello argentato) non ha macchie nere e, se ci sono, sono poche a differenza delle trote che ne annoverano tante. Un salmone maschio può arrivare a 36 kg. circa per una lunghezza di 1,5 metri, mentre le femmine sono decisamente più corte e leggere (1,2 m x 20 kg.). La vita media arriva raramente ai 10 anni di età mentre normale è una anzianità di 5-6 anni. Migratori di elezione, i salmoni europei risalgono i fiumi per deporvi le uova, cosa che avviene dal tardo inverno alla prima primavera. Durante tutta la deposizione non si alimentano ma tendono istintivamente ad attaccare le esche dei pescatori.
Pesci forti e energici possono, a volte, in risalita, fare anche salti di tre metri riuscendo a risalire correnti anche quasi in verticale nuotando persino nei getti impetuosi delle cascate. Per far ciò sfruttano le riserve di grasso accumulate in mare e, dopo la deposizione, il salmone da argenteo diviene colorato, la pelle si indurisce e, nei maschi, la mascella inferiore diviene spiccatamente uncinata. E’ sempre la femmina che fa il nido in acque ossigenate e poco fonde creando lunghe buche (quasi avallamenti) sul fondo ghiaioso. Nel momento della deposizione delle uova il maschio si affianca rilasciando lo sperma. La deposizione può durare anche due settimane e al maschio è delegata la funzione di difendere il nido dagli intrusi, in particolare dagli altri maschi. Le uova arrivano a misurare anche 7 mm. di diametro e sono prodotte in grandissime quantità, sino a raggiungere il 25% del peso totale della femmina gravida. Miste al ghiaino del fondo restano tali per tutto l’inverno. A fine deposizione e fecondazione i salmoni sono sfiniti e molti di loro perdono sino al 50% del peso iniziale. Tanti, quindi, muoiono dopo aver assolto al loro compito riproduttivo. Chi sopravvive torna al mare e inizia a reintegrare le riserve di grasso. Poi, a distanza di 1-2 anni, tornano a riprodursi. La schiusa delle uova si verifica nei mesi di aprile –maggio e gli avannotti, già lunghi 2 cm. traggono ancora nutrimento dal sacco vitellino ancora presente per un periodo superiore al mese. Poi iniziano ad essere più vitali, la nutrizione si estende ai piccoli esseri viventi in acqua e, con il tempo, larve e insetti divengono predominanti in essa. Dopo aver stazionato per alcuni anni in acque dolci e raggiunta la maturità in 18 mesi, lunghi sui 15 cm., la loro livrea diviene argentea e iniziano il loro viaggio in direzione del mare. Complice l’aumento delle temperature, in primavera inizia la migrazione. Giunti alle foci dei corsi d’acqua, vi sostano un po’ allo scopo di adeguarsi alla salinità del mare e alla nuova alimentazione composta ora anche da piccoli pesci e da crostacei.
In seguito, dopo 2-4 anni di permanenza nei mari, inizia il viaggio inverso e il ciclo vitale continua. In mare il salmone si comporta come un predatore solitario pelagico, vive e caccia nelle acque superiori nutrendosi di tante specie di piccoli pesci, in primis di aringhe. Durante la migrazione inversa in direzione di dove sono nati, i salmoni percorrono migliaia di km (sino a 100 in 24 ore) e la loro istintiva memoria è tale da ricondurli proprio ove le uova si erano schiuse anni prima. In certi casi, infine, in laghi che, per cause naturali o artificiali, perdono le uscite verso il mare e divengono ambienti chiusi, i salmoni passano ad una vita sedentaria alla quale si adeguano dando, spesso, origine a forme nane.
Fra le varie razze di salmonidi La trota è la più diffusa sul territorio distinta in miriade di tipi e forme. Benchè, a volte, difficili da capirne le differenze, le trote sono in genere più tozze dei salmoni, la testa è meno appuntita e il peduncolo adiposo caudale più corposo. Anche la pinna caudale è diversa, meno incavata e sovente squadrata. Possono raggiungere lunghezze pari a 1,5 metri per pesi sino ai 50 kg., ma sono già poche quelle lunghe un metro per 15 kg. di peso. Capaci di vivere sino a 5 anni, le trote, pur sedentarie, vivono in modo assai simile ai salmoni. Questi salmonidi si dividono in varie sottospecie. La Trota di mare è, probabilmente, una eccezione essendo migratrice. Dopo un lungo periodo di anni nel dolce, quando raggiunge lunghezze sui 20-30 cm. si dirige in mare nel quale sosta per un anno divenendo grossa e robusta. Anch’essa, in riproduzione, come il salmone cambia il colore della livrea che assume colorazioni accese e decise.
Depone le uova nei fiumi in periodi diversi dai cugini e, poi, raramente muore ripetendo così, anno dopo anno, il ciclo riproduttivo. Le sue uova schiudono in primavera e le trote giovani hanno una livrea diversa dai giovani salmoni, con meno macchie azzurre e tante macchie rosse orlate di bianco. La trota di lago, altra sottospecie, predilige le acque fredde. Comunemente nota come lacustre vive in laghi grandi e piccoli deponendo le uova nei fiumi ad essi collegati. La trota di montagna, la notissima fario, è una varietà totalmente sedentaria, non raggiunge quasi mai dimensioni eccessive e predilige vivere nella corrente dei fiumi. La sua livrea è sempre meravigliosamente colorata, con macchie rosse e nere, mai argentea, e sempre immediatamente distinguibile. In piena maturità sessuale sui tre anni di età, in acque ristrette raggiunge a malapena lunghezze sui 20 cm. Depone usualmente molte meno uova dei salmoni benchè il loro numero sia maggiore nelle trote che vivono in corsi d’acqua maggiori. Queste, infatti, raggiungono i 50 cm. di lunghezza e pesi ragguardevoli rapportati alla specie. Completamente sedentaria e territoriale, la trota di montagna elegge postazioni fisse come predilette postazioni di caccia, nascosta dietro i sassi e le radici del corso d’acqua. Ma veniamo, ora, ad una specie notissima e diffusissima come pesce di allevamento, la trota iridata, simile nella forma alla fario. La iridea si distingue da essa per la presenza, sui fianchi, di una lunga banda rossastra sfumata. Questo pesce arriva a pesare sui 7-8 kg. ed a lunghezze sui 70-80 cm. Principalmente, come dicevo, pesce di allevamento, è presente anche allo stato selvatico come, ad esempio, in Austria e in Jugoslavia. Questo pesce si riproduce nel mese di novembre e depone molte uova, il triplo delle fario. Matura sui tre anni di età. Quando selvatica, difficilmente convive con le fario e preferisce scegliere territori di sosta e caccia che siano distinti da quelli abitati da altre specie. La sua caratteristica più marcata è la sua adattabilità all’ambiente, riesce a vivere, infatti, anche in acque più calde e meno ossigenate oltre ad essere un pesce realmente onnivoro.
Esotica è la trota di clark, classica dell’ovest dell’America, e subito distinguibile dalla gola di un rosso acceso. Il suo ciclo vitale è simile a quello delle lacustre e, quindi, vive tendenzialmente nei stessi laghi chiusi. In passato è stata più volte soggetta a incroci con la iridea dando origine ad ibridi diffusi nelle acque europee. Un altro mitico salmonide è il salmerino alpino. Caratterizzato da colorazioni violaceo-purpuree e aranciate accese nella stagione degli amori. Questo splendido pesce ha le pinne anali, ventrali e pettorali orlate di un vivo colore bianco. Il salmerino alpino vive in quasi tutte le zone costiere dell’Artico oltre che nei fiumi che sboccano nel mare omonimo. Presenti anche nei laghi freddi britannici, in Norvegia, Finlandia, Svezia e in Italia, principalmente nelle zone alpine. Raramente i salmerini raggiungono pesi e misure notevoli (80 cm. per 10 kg.) e età superiori ai 12 anni. Normalmente, invece, arrivano sino ai 50 cm. di lunghezza e a pesi di tre kg. quando hanno una età sui 6-8 anni. Come dicevo, sono pesci classici di acque pure, fredde e ossigenate a la loro presenza è testimonianza della salute di queste. Le razze migratici di questi pesci vanno dal mare nei laghi nei mesi di settembre e ottobre. Durante questo viaggio i salmerini perdono la colorazione argentata e la sostituiscono con quella nuziale. Le uova vengono rilasciate e fecondate nei mesi autunnali e invernali su fondali ghiaiosi e sassosi, poi, in primavera si schiudono liberando larve lunghe sui 15 mm. Esaurite le riserve del sacco vitellino, gli avannotti si alimentano in prevalenza di pulci d’acqua e di larve di ditteri. Gli avannotti divengono adulti sui 4-6 anni di età nutrendosi per lo più d’estate, in mare, di piccoli merluzzi. Le razze sedentarie dei laghi si accoppiano in autunno e in primavera dando origine a varie sotto-razze con caratteristiche somatico-alimentari distinte.
Ultimo salmonide del quale voglio parlare in questo articolo è il salmerino di fonte. Le differenze di questo pesce in rapporto al precedente non sono molte a parte la bocca grande e accentuata. Il dorso, poi, è maculato e le pinne contornate da una doppia bordatura bianco-nera. Arrivano ai 40 cm. di lunghezza massima ma, viste le potenzialità alimentari delle zone d’elezione, sovente sono piccoli. Di origine americana, ora vive ed è diffuso in Europa in zone caratterizzate da acque sorgive e fredde. È un pesce meno pauroso delle trote e, pertanto, vive in acque anche prive i ostacoli e di ripari, acque libere, aperte e senza vegetazione. La sua alimentazione è simile a quella del salmerino alpino e si riproduce in inverno, da ottobre a febbraio. Probabilmente è il pesce con la livrea più bella durante la stagione degli amori. In essa le tinte violacee e purpuree oltre alle maculature gialle paiono a volte “finte” tanto sono belle e affascinanti. Depone molte uova in buche scavate nei fondali ove la corrente è forte. Queste si schiudono in primavera e si sviluppano analogamente a quelle di altre razze. In presenza di trote comuni, infine, danno origine ai noti ibridi chiamati trota-tigre per la screziatura della livrea. Bene, cari amici, spero di avervi fornito alcune nozione che, benchè limitate e approssimative, possano esservi utili. Per me, infatti, quando si conosce meglio un argomento si è in grado di apprezzare di più la meravigliosità della natura che ci circonda.
Francesco Venier
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