Questo articolo è dedicato ad un personaggio ideale, una persona che forse non esiste ma, se ci fosse, alla quale tutti dovremmo ispirarci. A dire il vero, sia a pesca che in tutte le altre manifestazioni della vita, io provo ad imitarlo, vorrei proprio essere come lui ma, purtroppo, la “strada è ancora lunga”. Il mio “Pescatore ideale” e, innanzitutto, un uomo raziocinante, una persona che sempre pensa bene prima di fare una cosa, che analizza con cura i vantaggi e le conseguenze di ogni sua decisione. Per poter fare ciò con cognizione di causa, cerca sempre di osservare il mondo intorno a lui tentando di aumentare ogni giorno il suo bagaglio di cognizioni. Egli cerca di conoscere il mondo in cui vive in modo organico ed armonioso. Memorizza, analizza e assorbe con cura le esperienze altrui cercando, però, di mantenere sempre attiva la sua autonomia di giudizio. La vera conoscenza, infatti, non è fatta solo di mero apprendimento, cioè di nozionismo, ma anche di esperienze personali, di analisi critica comparativa e di una costante ricerca evolutiva.
E’ similmente a quando si cresce, all’inizio si accetta tutto senza discutere, ciò che ti dice la mamma è sempre vero. Poi con il passare degli anni, si inizia a ragionare con la propria testa , non è più sufficiente che ti dicano una cosa, la vuoi verificare di persona. A volte si fa proprio il contrario di quanto viene consigliato. Spesso l’argomento del quale i grandi parlano non ti interessa per nulla e, così, non ci si pensa proprio. Il fatto è che da piccoli non si vive in un mondo reale ma nel proprio particolare universo. I confini, le certezze e le sicurezze sono definiti, chiari e indiscutibili. Crescendo, poi, il desiderio di allontanarsi, di sapere cosa c’è oltre, di provare nuove esperienze si fa vivo e prorompente. Non si accetta più “il mondo raccontato” e si cerca quello reale. Si matura, insomma! Così, spesso, si sbaglia e, nello stesso tempo, si inizia a fare una cosa importante: si cominciano a cambiare di volta in volta le proprie idee. Nulla è più dogmatico e inalterabile nel tempo ma ogni cosa tende a mutare ed a modificarsi.
Si inizia a ragionare.
Così, quindi, è il mio “Pescatore ideale”. Innanzitutto uno che osserva, analizza, ragiona e si evolve costantemente ed autonomamente. Nel suo mondo, prima di tutto, egli ricerca l’armonia e l’equilibrio. Un reale e positivo equilibrio tra uomini, animali, piante e cose. Una armoniosa coesistenza di elementi diversi interagenti tra di loro in modo razionale e costruttivo. Visto che il pianeta terra non è infinito ma caratterizzato da precisi confini atmosferici, tutto deve innanzitutto convergere a preservarne l’integrità e la funzionalità. Il mio “Pescatore ideale”, pertanto, cerca di sporcare e di inquinare il meno possibile. Non accontentandosi di far ciò, tenta di rimediare all’inquinamento altrui e sempre si prodiga per preservare il suo e il nostro habitat naturale. In questa sua costante azione di tutela ambientale non assume mai atteggiamenti esasperati, non considera mai un solo elemento naturale senza tener presenti i concetti di interazione e di rapporto causa-effetto.
E’ vero egli, pescando, talvolta uccide le prede. Ma la morte dei singoli individui è una realtà, un “passaggio” importante tanto quanto la nascita. Ambo le cose fanno parte di un processo di mutazione organica mirato alla preservazione e alla diffusione della vita nel suo complesso. L’importante è che ogni nostro comportamento, anche il più cruento, mantenga una logica e una positività intrinseca. Quando si pesca, a parer mio, si soddisfa una naturale e ancestrale esigenza. E’ inutile negare la nostra natura! Noi, come animale uomo, siamo anche pescatori e cacciatori. Ora che ragioniamo, però, siamo in obbligo di bilanciare questi nostri viscerali aspetti con altrettanti comportamenti mirati a preservare l’ambiente nel suo insieme. Uccidendo, quando accade, danneggiamo il singolo individuo ma, quando stupidamente e irrazionalmente inquiniamo l’ambiente, rischiamo di danneggiare in modo irreparabile tutto il sistema vivente. Il “Pescatore ideale” cerca sempre, quindi, di bilanciare la sua scontata azione negativa per il singolo con altrettanti atteggiamenti positivi per l’insieme della specie.
Non pesca, pertanto, animali rari e a rischio d’estinzione. Non esercita la sua passione nei periodi in cui ogni specie si riproduce. Non rovina l’ambiente in cui sia lui che i suoi antagonisti vivono. Si prodiga, quando serve, per tentare di riequilibrare un ordine naturale compromesso da altri. Cerca, infine, con il suo esempio di indurre anche i suoi simili ad imitarlo, a prendere coscienza di cosa è realmente importante e a comportarsi in modo adeguato. Il mio “Pescatore ideale” non è né ingordo né arrogante. Pesca per divertimento, perché gli piace, ma ponendosi dei limiti. Cerca di assaporare l’azione di pesca nel suo complesso. Cerca di gustare ogni singolo aspetto (da quello ambientale a quello associativo e altri ancora) senza limitare e condizionare il suo piacere al numero delle catture eseguite. Per lui la pesca è una avventura, una sfida tendenzialmente incruenta, una singola componente di un modo di vivere naturale e di antica memoria. La sua passione lo avvicina alla natura, gli permette di agire in ambienti ancora incontaminati uscendo, così, dalle spesso alienanti abituali condizioni di vita. A pesca si sente realmente vivo e appagato.
Il mio “Pescatore ideale” è una persona aperta e gentile con tutti. Nei rapporti con i suoi simili considera tutti alla pari. Non guarda gli altri “dall’alto al basso”, non si sente “superiore” ne appartenente a “gruppi eletti”. E’ una persona che ama la pesca nel suo insieme e non ne fa una questione di nobilitanti specializzazioni. Tratta allo stesso modo sia i “campioni” che i “Pierini” e, quando incontra un ragazzo che pesca utilizzando un tappo di sughero, si ferma a salutarlo e a chiedergli: mangiano? Non è uno snob e non considera le competizioni come sola fonte di prestigio personale ma come pretesto di socializzazione e di gioco. Se cattura bene e, se gli è andata male, va bene egualmente. Si è divertito in compagnia dei suoi amici e non invidia i vincitori. Non dice, e tantomeno pensa, di essere il migliore, quello che sa tutto, quello che non ha nulla da imparare. E’ una persona che ti guarda negli occhi, che ti sorride e che cerca di stringerti la mano per primo. Questo è il mio “pescatore ideale”. Quanto vorrei essere come lui!
Francesco Venier
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